Silvestro Pistolesi: un universo onirico

"L'infinito"
Silvestro Pistolesi nasce il 28 novembre 1943 a Firenze, città nella quale è avvenuta la sua formazione artistica e dove tuttora vive e lavora.
Ha frequentato dapprima l’Istituto d’Arte di Porta Romana e successivamente l’Accademia Cappiello e lo studio della pittrice Nerina Simi; poi, tramite il pittore Antonio Ciccone, ha conosciuto il suo Grande Maestro Pietro Annigoni, che lo ha accolto nel suo studio e che, per ben 15 anni dal 1963, gli ha permesso di maturare la sua formazione artistica.
Risale al 1972 la sua prima personale alla Arts Unlimited Gallery di Londra, dove si avvertono prodomi di una lunga serie di successi: seguono numerose mostre in Italia e all’estero. Nel 1967 e nel 1974 realizza i primi affreschi ("La Cena in Emmaus" e "La vecchina") nella chiesa di San Michele Arcangelo a Ponte Buggianese, cui fanno seguito quelli certamente più famosi nell’Abbazia di Montecassino nel maggio del 1993: "La Cena in Emmaus" nel refettorio del Monastero e, nel corso degli anni, le tavole nella terza cappella della navata sinistra dell’Abbazia, "San Paolo che scrive le Lettere", "San Pietro in carcere", e la pala d’altare "L’incontro tra San Pietro e San Paolo", realizzata nel 2010.
Di notevole valore artistico sono anche i lavori per la chiesa di San Francesco a Montecatini, per il Santuario della Verna ed il ciclo di venti lunette presso l’Abbazia di Vallombrosa, dedicate alla vita di San Giovanni Gualberto, fondatore della Congregazione vallombrosana; fuori dai confini nazionali, il monumentale affresco nella Chiesa della Trasfigurazione a Cape-Cod (Massachusetts).
Tra i ritratti, quello del Prof. Cooley di Houston, del Cardinale Stickler (bibliotecario del Vaticano), e soprattutto quello del Santo Padre Giovanni Paolo II.

Nei lapis e nelle sanguigne emergono le sue doti di raffinato disegnatore; l’esclusività della tecnica della tempera grassa è l’eredità più peculiare e prestigiosa del Maestro Annigoni (che a sua volta riusciva ad ottenere quegli straordinari effetti di “velatura” riscontrabili anche nelle opere del Pistolesi, utilizzando un’antica ricetta rinascimentale che egli stesso aveva riscoperto) insieme agli affreschi, tecnica tanto affascinante quanto complessa, e da lui privilegiata.

Un universo onirico popolato di personaggi misteriosi, eremiti erranti verso l’infinito, alla ricerca del senso più profondo dell’esistenza, dialogano con una natura impetuosa e al tempo stesso altrettanto enigmatica: una pittura figurativa di grande impatto per l’occhio dello spettatore, quella di Silvestro Pistolesi, che indirizza verso una comprensione più matura e profonda dell’opera, dense del pathos e della suggestione che solo i sogni posseggono.


"Finalmente a casa", tempera grassa, cm 50x40
"L'infinito", tempera grassa, cm 30x40
"Isola del Liri (Cascata grande)", tecnica mista, cm 35x50
"Cascata di Isola del Liri", olio su tela, cm 30x40
"Nozze di Cana", tempera, cm 25x31
"Nudo nello studio", sanguigna, cm 70x50
"Il filosofo", tempera grassa, cm 50x35

"La meraviglia", tempera grassa, cm 35x50