Pietro Annigoni: una tecnica "severa e intelligentissima"
![]() |
"Lago di Como" |
I temi sacri rappresentano un pilastro della produzione pittorica del Maestro, unitamente alla ritrattistica e all’incisione, campi nei quali raggiunse uno straordinario livello qualitativo.
Dagli anni Cinquanta la consacrazione internazionale con mostre in Europa ed America, suggellata dalla commissione del ritratto della Regina Elisabetta II nel 1955, opera emblematica del ruolo da lui assunto presso una società élitaria che lo considerava degno erede di un’antica tradizione riecheggiante il mecenatismo: Annigoni realizzò in seguito anche i ritratti del duca di Edimburgo e della principessa Margaret d’Inghilterra, come pure di J. F. Kennedy e Papa Giovanni XXIII. In poco più di vent’anni, e fino al 1980, vennero i grandi cicli decorativi a tema sacro, tra cui quelli per la chiesa di San Martino a Castagno d’Andrea, per il santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese, per la Chiesa Maggiore dell’Abbazia di Montecassino e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova.
Di grande intensità anche le opere a tema profano, spesso ingiustamente subordinate alle committenze che diedero all’Annigoni la fama mondiale, ma che proprio per questo risultano maggiormente ricercate dai collezionisti. Una pittura, la sua, che poco concedeva alle coeve ricerche artistiche, con una predilezione per la sanguigna e le tecniche di origine rinascimentale (su tutte, la tempera grassa), e in cui si palesa un amore per la forma e lo stile di Rembrandt, Goya, ma anche Corot e il Rinascimento emiliano, fino all’esistenzialismo alla Lorenzo Viani che rintracciamo nelle opere di maggior respiro, animate da un universo di diseredati, vageri, mendicanti come il "Cinciarda", o ancora quegli "Anacoreti nel deserto" che sono uno straordinario esempio della sua abilità nel cogliere l’aspetto più profondo del dialogo misterioso tra uomo e natura. Entrambi inquieti, indecifrabili, emergono da un chiaroscuro drammaticamente intenso, collocandosi in una dimensione altra, senza precisa connotazione spazio-temporale. Una tecnica “severa e intelligentissima” è stata definita la sua; un catalogo estremamente vario di temi e riferimenti colti (come gli "Autoritratti" allo specchio (1946), acute riflessioni sul “doppio” dell’uomo) affrontati con uno stile inconfondibile.
“Non solo egli ha una sua parola da dire, ma questa parola è sempre altamente poetica; non solo ha un contenuto, ma questo è sempre importante, e sempre espresso con molta efficacia; non solo «sa» quello che vuole, ma «fa» quello che vuole…”
"Volto maschile", sanguigna, cm 39x28,6 |