Luca Pignatelli: simbolismo e simbologia
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"Treno e miniera" |
Nascono opere di dimensioni anche considerevoli, nelle quali i soggetti di Pignatelli vivono una seconda vita completamente diversa rispetto a quella originaria: non più reperti archeologici, ma presenze vive, attuali, icone di bellezza contemporanea in aperto dialogo con i teloni, azzerando dunque la distanza storica con questi, reperti anch’essi, ma di archeologia industriale, e che a loro volta vengono rianimati da suture, rattoppi, cuciture. Pignatelli li paragona al reticolo creato dalle strutture dei grattacieli dell’amata New York, sommo esempio della modernità che non a caso rimane uno dei suoi soggetti prediletti, con il quale nel 2000 vinse il Premio Cairo entrando prepotentemente nel panorama artistico italiano ed internazionale. Da allora un susseguirsi di successi, prestigiose esposizioni (Teatro India e Museo Archeologico di Napoli 2008, Istituto Nazionale per la Grafica di Roma 2011, Biennale di Venezia 2009 solo per citarne alcune) e quotazioni ormai assestate su un target medio-alto.
Le atmosfere apocalittiche sono poi il simbolo del nostro mondo contemporaneo in disfacimento: compito dell’artista è di insegnarci a guardare al passato per trovare in esso le fondamenta della nostra civiltà e indicarci dunque la strada da seguire per comprendere appieno il presente.
Un lavoro complesso sul tema della memoria affrontato da Luca Pignatelli anche nei lavori su carta, nei quali fa timidamente capolino il colore e la creatività si esprime in segni, simboli impetuosamente giustapposti ai consueti soggetti, presentati alle mostre del 2014 al Museo di Capodimonte di Napoli e alla M77 Gallery di Milano, e da allora entrati nel catalogo dell'artista.
Interessanti, quanto controverse, le ultime opere del 2017, tecniche miste su tappeti persiani, che molto hanno fatto discutere per il connubio tra iconografia mitologica e supporto "orientalizzante".
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